domenica 20 ottobre 2013

La rabbia e la stupidità tra San Giovanni e Porta Pia





E' l'alba a San Giovanni. Si destano i manifestanti. Persone libere e pensanti pronte a svegliare una capitale sonnolenta e impaurita. I negozianti di via Merulana preparano la serrata. Le banche blindano gli sportelli. Qui tra tende, canti e assemblee spontanee si parla di diritti. Diritto alla casa, al lavoro alla cittadinanza. Intellettuali,operai, migranti. Uomini, donne. Piccoli e grandi. Tutti scontenti. Qualcuno arrabbiato. 

Quanto basta per sfiorare i ministeri, far tremare d'indignazione le mura indifferenti dei ministeri. Quanto basta per cancellare dalla scena il teatrino della politica - coi riti - triti e ritriti - delle coalizioni a fisarmonica e delle alleanze a soffietto. 

Quattromila agenti vigilano sul diritto al dissenso e sul diritto d'una città a non trasformarsi in campo di battaglia. Il corteo parte in ritardo, ma parte. Un tripudio di colori, contestazioni, slogan e voglia di futuro. 

 Ci sono gli ultimi tra gli italiani, quelli che un passaporto non l'hanno mai avuto perché con seicento euro al mese non saprebbero dove andare. 

Ci sono gli eritrei, i nigeriani, i palestinesi. Il passaporto l'hanno perso in fondo al mare ed è già tanto, hanno salvato la vita. Tant'è, urlano: scusate se non siamo annegati. 

Ci sono i soliti idioti. Non riposano in tenda. Sonnecchiano in comode case borghesi. Affastellano bombe carta, petardi, biglie, bottiglie, armi improvvisate da piazza. Si camuffano durante il corteo. Poi tirano su il cappuccio, attaccano gli agenti. Tre feriti. 

Colpiscono davanti al ministero dell'economia, caricati e dispersi. Colpiscono e si dileguano davanti a banche e ambasciate. Cercano lo scontro, trovano la replica ferma e decisa di carabinieri, agenti e finanzieri. 

E' sera. Brillano gli ultimi fumogeni.  Il corteo raggiunge e si attesta a Porta Pia. Deflagrano le ultime bombe carta. Una, fortunatamente non esplode, rotola in piazza della Croce Rossa. Intervengono gli artificieri della Polizia. E' un vero ordigno. Contiene una cartuccia da caccia calibro dodici. La rosa di proiettili esplodendo avrebbe potuto colpire, ferire, in modo grave, a volte letale, come fosse una bomba a mano. Qualche manifestante incappucciato aggredisce giornalisti e operatori. Fibrillazioni di poco conto. 

I no tav issano il vessillo sul monumento al bersagliere. Tutti rallentano il passo. Gli stupidi e i delinquenti tornano alle loro comode abitazioni. Gli indignati, una casa non l'hanno e la vorrebbero. Restano lì in tenda. Sognano un caldo giaciglio e lavoro tutti i giorni. Sognano... non resti solo un sogno.

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