giovedì 4 aprile 2013

Pippo Giordano: E basta! Non supplico l'archiviazione per Di Matteo. La pretendo.


di Pippo Giordano - 4 aprile 2013


Oggi voglio esprimere con chiarezza, senza peli sulla lingua e senza tanti giri di parole quel che penso. Se a qualcuno non piacerà quello che dico, non m'importa. E se taluno si sentirà offeso, ebbene può adire nelle sedi opportune, tanto non ho risarcimenti da offrire, ma tanto orgoglio da esibire per aver collaborato Uomini che col loro martirio hanno permesso ad alcuni quaquaraquà sedersi negli Scranni romani.

Sono stanco, nauseato, ma non vinto.

Giammai! E' finita l'ora di aver timore di chiamare le cose col giusto nome. Oggi, nel nostro Paese sta andando in scena il remake di un film già visto, ovvero l'accanimento terapeutico nei confronti dei magistrati della Procura di Palermo.

A voi inquilini degli ambulacri di potere romano, non vi dice nulla il “corvo” contro Falcone? Non vi dice nulla l'isolamento e le infamanti accuse contro Giovanni Falcone? E la richiesta di punizione nei confronti di Paolo Borsellino?

E basta! Non se ne può davvero più, ma non vi passa per la mente che quei due GALANTUOMINI SICILIANI, hanno pagato anche per essere stati inopinatamente attaccati e lasciati soli proprio da chi aveva l'obbligo di esternare pubblicamente solidarietà e vicinanza? Qualche giorno fa è toccato a Roberto Scapinato, messo sotto accusa per aver letto in via D'Amelio una lettera postuma al suo caro amico e collega Paolo Borsellino.

 Il CSM, solerte come non mai, apre la procedura disciplinare contro Scarpinato, per poi archiviarla.

Ora è giunto il turno di un altro magistrato palermitano, Nino di Matteo, reo di aver scoperchiato insieme ad altri, una delle pagine più nere della nostra Repubblica, la trattativa Stato-mafia. E cari signori del CSM e politici tutti, non fate gli gnorri facendo finta di non sapere che le trattative tra Stato-mafia, era prassi consolidata da tanto tempo.

E quando negli anni ottanta, noi stupidi investigatori, additavamo qualche personaggio politico o della "Palermo bene", in “armonia” con Cosa nostra, eravamo considerati visionari. Salvo poi udire a Mondello e a Santa Flavia, gli echi degli spari, oppure leggere a posteriore le sentenze dei Tribunali: una magra consolazione per le nostre “intuizioni”, laddove la Giustizia veniva sostituita dai proiettili. Dicevo, ora tocca a Di Matteo.

Vorrei fare una domanda all'intero CSM. A parte il fatto che Di Matteo non ha divulgato assolutamente nulla, ma ditemi non vi interessa conoscere il tenore delle quattro telefonate intercorse tra un ex ministro e il presidente della Repubblica? Ma a voi non dice nulla che il vostro supremo Capo, riceva ed accetti di colloquiare, verosimilmente, su argomenti la cui natura forse era oggetto di processo penale?

 Facendo così voi trascurate la trave per guardare la pagliuzza, apparendo di fatto parziali.

Ed è per questo che pretendo, non solo in nome di una Giustizia con la g maiuscola, ma da uomo che ha seppellito magistrati come Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Rocco Chinnici e Francesca Morvillo, l'archiviazione del procedimento disciplinare a carico del PM Nino di Matteo.

Io non supplico come stanno facendo Antimafia2000 di Giorgio Bongiovanni e il movimento Agende Rosse di Salvatore Borsellino.

No! Io non supplico, perchè ho smesso di farlo nel momento in cui cinque dei miei compagni della Squadra mobile di Palermo, colleghi Carabinieri, sono stati assassinati dalla mafia nella totale indifferenza di un Stato, assente e in parte colluso con Cosa nostra.

Ed ora, voi del CSM pretendete di giudicare un PM per qualcosa che non ha fatto.

Invero, dovreste essergli accanto in questo particolare momento della sua vita professionale.

Alla ministra Severino non intendo chiedere nulla per il semplice fatto che non mi sono accorto della sua vicinanza all'intera Magistratura e soprattutto verso la Procura di Palermo. Ai signori politici vorrei far giungere un invito: giù le mani della Procura di Palermo e Milano.

Fatevi giudicare come tutti gli altri italiani e allora si che posso dire, innanzi le tombe dei martiri della violenza mafiosa, la Giustizia è uguale per tutti.



Nessun commento: