martedì 20 novembre 2012

Titta Scidà: il meglio deve venire, noi ci saremo.



Titta Scidà. E' trascorso un anno. Mi mancano le sue telefonate. Mi mancano i nostri incontri in quella casa affollata di libri e documenti in piazza Santa Maria di Gesù. Mi manca quel suo chiamarti solo per un saluto. Quella sua energia contagiosa spenta un anno fa dal tiro incrociato delle calunnie e della malattia. Perdono la seconda. Per i servi propalatori di quelle calunnie non provo neppure disprezzo, al più il disgusto che merita l'appalesarsi per via d'un rifiuto organico.

Titta Scidà. Lo sento vivo. Qui accanto a me. Mi sembra che giochi con Azad lì nell'altra stanza e che da un momento all'altro venga qui a suggerirmi quelle parole che mai in vita si era neppure sognato di suggerirmi. 

Lo sento vivo. Presente. Pronto a suggerirmi, quelli sì, libri difficili da digerire. Li ho metabolizzati. Hanno reso la mia penna felice e più lieve la pena d'esser incalzato da uno stuolo di semialfabetizzati titolati.

Tittà Scidà è qui con noi. Qui a Roma, con quelli che sono rimasti nella Capitale ad occuparsi dell'agenda delle tv nazionali o più semplicemente a guadagnarsi da vivere. A Catania, con chi si ostina a lottare per una città che merita il meglio e di meglio.

Titta Scidà, in quest'anno, non ci ha mai lasciati. Perché uomini come Titta, piuttosto, lasciano il segno. Abbiamo visto il risveglio di suoi allievi magistrati pronti a dire no agli altri e se stessi. Abbiamo visto il nuovo, contrastatissimo, procuratore contrastare a sua volta santuari e santità inviolabili e di fatto inviolate sino a quel novembre dell'anno scorso in cui Tittà ha chiuso gli occhi ma ma non prima d'aver visto Giovanni Salvi procuratore della Repubblica.

Titta non ci lascia. Non ci abbandona. Conferma giorno per giorno quell'idea assurda per la quale vale la pena di lottare, soffrire, morire... quell'idea che un uomo può fare la differenza, purché sia un uomo libero e consapevole.

Oggi, gli amici di Titta Scidà, abbiamo versato qualche lacrima ma il dolore è lenito dal sapere che ci ha lasciati tutti più ricchi. Il suo lascito di coraggio, intelligenza, consapevolezza, cultura è un bene intangibile che nessuna causa, nessun ricorso, nessuna calunnia, nessun idiota sapiente potrà alienarci.

Dal monte di questa inarrivabile messe di doni, proviamo a non restare soli. Proviamo a contaminare chi pur essendo giusto non è ancora nel giusto e non comprende l'urgenza di por mano al "Caso Catania". Torniamo alla lotta per quegli adolescenti deprivati culturalmente e materialmente che affollano i vicoli di periferie e quartieri storici in cerca di un'occasione... Offriamo loro un'opportunità. Indichiamo loro, con loro, innanzitutto, il percorso dell'esempio.

Un uomo negli Stati Uniti ha fatto la differenza e suggerisce: il meglio deve ancora venire. Aggiungo, noi, ci saremo.

Ciao Titta.

Pino Finocchiaro

Roma, 20 novembre 2012

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