venerdì 6 luglio 2012

Violenze alla Diaz, la Polizia si interroga




Per il capo, Antonio Manganelli, è il momento delle scuse. Per i suoi agenti e funzionari di Polizia è il momento del dibattito, del travaglio interiore.

C'è chi difende i colleghi e superiori condannati in Cassazione per le violenze alla Diaz di Genova. Ma è sempre più ampio. E sempre più alta fa sentire la sua voce l'area del chi sbaglia paga.

Enzo Marco Letizia, leader dell'associazioni funzionari parla di una polizia capace di "apprendere dai propri errori". Enzo Letizia accusa: "A Genova fu fatale l'adozione di un approccio ispirato alla militarizzazione" ma difende la parte sana dell'istituzione: "Sono anni che la polizia non commette più errori collettivi. Qualcuno ci rimprovera di essere afflitti dalla sindrome del G8: non è nela missine della Polizia usare la violenza nemmeno in risposta alla violenza".

In effetti, molti dei giovani celerini schierati ogni giorno in ordine pubblico nel luglio del 2001 non erano neppure in Polizia. Il dibattito sulla Diaz divide persino i sindacati. La corrente progressista del Siulp, guidata dall'ex segretario nazionale Luigi Notari, tiene a Bologna un dibattito dopo aver proiettato il film Diaz di Daniele Vicari. In contrasto con le direttive nazionali, contestano pubblicamente una circolare del ministero dell'Interno in cui si vietava di rilasciare dichiarazioni in dibattiti sui film come Acab e Diaz. La proiezione a Bologna si fa e dieci poliziotti partecipano. Chiedono verità.

Gli autoconvocati di Bologna fanno scuola. Altri poliziotti a San Vitale, la questura di Roma si confrontano duramente. Le responsabilità politiche non possono costituire un alibi per quel che è accaduto a Genova. Anche tra poliziotti e sindacalisti di polizia serpeggia il dissenso.

C'è chi vorrebbe aderire alla richiesta del leader del social forum Vittorio Agnoletto. Visto che la sentenza sulla Diaz ha decapitato i numeri due, tre e quattro della Polizia, l'ex numero uno, l'allora capo della polizia, Gianni De Gennaro, si dimetta da sottosegretario ai Servizi.




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