giovedì 1 gennaio 2009

Pippo Fava, 25 anni e non finisce qui

Pippo Fava fu ucciso a Catania 25 anni fa per le sue inchieste sui rapporti tra istituzioni deviate, imprenditori e cosa nostra.
Il direttore dei Siciliani fu intercettato dai sicari del clan Santapaola mentre si recava in quel teatro stabile che aveva da poco inaugurato la stagione con una sua opera “L’ultima violenza”. Una storia di menzogne, inganni e trasversalità che delineava la borghesia mafiosa catanese.

Venticinque anni dopo il giornalismo sociale e d’inchiesta di Pippo Fava rivive nelle manifestazioni per celebralo. La prima, il 5 gennaio alle 17, sotto la lapide che ne ricorda il sacrificio voluta dagli studenti catanesi.
Pippo Fava narrava l’uomo, ed è l’uomo Pippo Fava, non l’eroe, non la vittima, quella di cui parlano oggi i giornalisti e aspiranti giornalisti che non erano ancora nati quando fu abbattuto dai colpi del killer Aldo Ercolano

Silenzio alle 17. Qualche minuto di raccoglimento con tutta la società civile riunita attorno a Elena e Claudio FAva, Riccardo Orioles e i "carusi" che lavoravano nei giornali di Pippo.
Un applauso per sciogliersi e poi ritrovarsi altrove, ricordarlo ognuno a modo suo.
La fondazione Fava, presieduta dalla figlia Elena, già da diversi giorni ha portato in Sicilia gli autori di audiovisivi e pagine web che mettono all’indice le Mafie. Alle 18, l’altro figlio, Claudio Fava, conduce un dibattito al centro Zo, con Pino Maniaci e Roberto Natale. Poi premia lo scrittore e autore televisivo Carlo Licarelli.
Alle 21, la tradizione incontra il futuro, i giovani catanesi delle redazioni telematiche, gli hacker, i blogger, i redattori delle radio universitarie, si son dati appuntamento a Cittansieme, storico movimento di società civile, per mettere insieme le esperienze di giornalisti, videomaker e internauti siciliani creando un network che produca un quotidiano virtuale. E’ il loro modo di ricordare Pippo Fava, 25 anni dopo, vivo.

LAVORI IN CORSO
5 Gennaio ore 20.30 nella sede di CittàInsieme via Siena, 1 -
Catania: Incontro Operativo dei Giornalisti di base
e di tutti i cittadini
interessati alla libera informazione.

Si può fare un giornale nella periferia più disgraziata di Catania, dando finalmente una voce a chi non ha parlato mai? Si può fare un quasi-quotidiano in rete, con una redazione tutta di studenti? E una radio libera, in rete? E nel quartiere cosiddetto "mafioso", quello che la città perbene considera perduto, può esserci uno spazio anche’esso libero, e un giornale? E che cosa ci vuole per impaginarlo? Programmi costosissimi e complicati, oppure esistono anche modi facili ed economici? O ancora la free-press, quella distribuita gratis ogni settimana: non è possibile a Catania, davvero? E un magazine di qualità, a colori, con firme di tutt’Italia: è vero che qui non si può proprio fare?

Tanti anni dopo la morte di Giuseppe Fava, è davvero finita la storia dei Siciliani? Del giornalismo che Fava ci ha insegnato, insieme coi ragazzi che hanno creduto in lui? Davvero non ci sarà mai altro che bavaglio, nella città dove Giuseppe Fava ha inventato il giornalismo di domani?

Catania, sembrerebbe, è una città senza Giuseppe Fava. C’è un giornale soltanto, e non è amico suo (nè della verità, nè dei cittadini). Anche il giornale "del continente" qui viene censurato: non solo "La Sicilia" tace su tante cose, ma anche "Repubblica" esce senza cronaca siciliana, per non dare fastidio. Eppure...

Eppure, alle domande di sopra, qualcuno ha già iniziato a rispondere. "La Periferica" esce da più di un anno, e trova persino pubblicità fra i negozianti di Librino (non a caso ora stanno tentando di strangolarla: ma ormai è troppo tardi). "Step1", il giornale degli studenti in rete, è una palestra di giornalismo innovativa nel panorama italiano. A San Cristoforo c’è un giornale libero, "I Cordai", e un grande spazio di ritrovo, il "Gapannone". Sul web c’è una radio libera, "Radio Zammù", anch’essa fatta dagli studenti. Un giornale oggi si può impaginare in modo svelto e facile, e senza una lira: l’ha dimostrato il gruppo di "UCuntu", e come loro si può fare dappertutto. C’è un settimanale gratuito, si chiama "Catania Possibile" e pubblica inchieste che non ci sono altrove. Un rivista di qualità, di prestigio nazionale? Si può fare anche quella, e l’ha dimostrato "Casablanca". E "Girodivite", e "Isola Possibile"? E l’elenco potrebbe continuare ancora.

Vogliamo che tutte queste risposte comincino a interagire fra loro. Abbiamo lavorato moltissimo, in questi due anni. Adesso, cominceremo a coordinarci. Chi ha fatto cose buone venga e le insegni agli altri, ed impari da loro. Scambiamoci le esperienze, questa è la strada. Chi ha detto che non si può fare informazione a Catania? Noi l’abbiamo fatta, la facciamo ogni giorno, ognuno nel settore suo. Quando saremo tutti insieme, saremo più forti di qualsiasi bavaglio. Il 5 è solo l’inizio della strada: c’incontreremo ancora diverse volte, in questo mese.

Vogliamo ricordarlo così, Giuseppe Fava. Senza grandi parole, credendo in quel che ha detto, facendo il suo mestiere.
— - L’elenco delle testate che interverranno.

La Periferica
I Cordai
Step1
UCuntu
Casablanca
Catania Possibile
L’Isola Possibile
Girodivite
Itacanews
Argo
Liberainformazione

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